Milli mála - 01.01.2011, Blaðsíða 117
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Stefano Rosatti
Università d’Islanda
Uno studio critico sulle
Lezioni americane di Calvino1
1. Introduzione
A Gore Vidal si deve la “nascita” della fama di Italo Calvino ne-gli Stati Uniti. Lo stesso Calvino lo aveva dichiarato in un’in-
tervista rilasciata nel 1984: “Negli Stati Uniti […] il mio nome si
afferma […] grazie a qualche importante opinion maker letterario
(come Gore Vidal: si può dire sia stato lui a lanciarmi)”.2 Gore Vidal
è anche colui che, in un celebre articolo uscito pochi mesi dopo la
morte (1985) dello scrittore italiano,3 racconta le ultime fasi
dell’agonia di Calvino (che fu colpito da emorragia cerebrale il 6
settembre 1985 e morì per le conseguenze della stessa il 19 settem-
bre successivo), ma soprattutto “fotografa” quella che fu la percezio-
ne della sua morte in Italia:
in Italia, ogni giorno per due settimane, furono pubblicati i bollettini
dell’ospedale di Siena, e all’improvviso l’intera nazione era unita nella sua
stima non solo per un grande scrittore ma per qualcuno che raggiungeva
non soltanto gli scolari delle scuole elementari attraverso le sue collezioni
1 Questo articolo è rivolto ad un pubblico islandese, e questo spiega l’abbondanza di precisazioni
biografiche su Calvino e l’abbondanza di precisazioni su altri personaggi e fatti della recente storia
e storia letteraria italiana.
2 Italo Calvino, Eremita a Parigi. Pagine autobiografiche, Milano: Mondadori, 1994, p. 196.
3 “Gli italiani erano fieri d’aver generato uno scrittore di livello mondiale la cui reputazione ameri-
cana iniziò, se lo posso dire, poiché nessun altro lo farà, dal 30 Maggio 1974, quando io descrissi
uno dei suoi romanzi su The New York Review of Books.”, Gore Vidal, United States, Essays 1952–
1992, New York: Random House, 1993, p. 497. Già in “The New York Review of Books”, 21
novembre 1985.