Milli mála - 01.01.2012, Blaðsíða 230
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PASOLINI E IL DIBATTITO SULLA LINGUA
professionisti e dei tecnici del ‘triangolo’15 possa imporsi” (Barbato
1971: 122). È un altro, il pericolo, secondo Barbato (che sta riassu-
mendo a grandi linee quelle che sono le opinioni generali che re -
spingono “all’unanimità” le tesi pasoliniane), o meglio, un altro è il
modello pericoloso che gli italiani tenderebbero, o tenderanno, a
seguire: è (ancora), “l’italiano a 21 pollici, quello della televisione:
la vera creatrice di esempi, di desideri e di ideali anche linguistici.
Non la tecnologia, ma il video” (Barbato 1971: 123).
Mario Spinella, in un articolo uscito su Rinascita il 6 febbraio
1965, ricordando proprio il già citato articolo-intervista di Barbato
a Moravia e a Eco di due settimane prima, scriveva che adottando
modelli sociologici di analisi – ciò che aveva fatto Pasolini nel suo
saggio –
“non ci si può fermare alle grandi generalizzazioni, quali possono essere la
dinamica delle classi, o gli stessi mutamenti all’in terno di una classe.
Esatto perciò appare il richiamo di Eco – e di Moravia nella stessa
occasione – ai mezzi di comunicazione di mas sa come centri di elaborazione
e diffusione della lingua nazionale” (Spinella 1971: 182).
Secondo tutti questi interventi critici, dunque, l’italiano non
sarebbe minacciato, o meglio, normalizzato, come sosteneva
Pasolini, da una sorta di elite industriale che dalle metropoli setten-
trionali della Penisola avrebbe cominciato a diffondere una lingua
tecnologico-industriale; l’italiano sarebbe intaccato, piuttosto, dalla
montante onda massmediatica, in particolare dall’onda televisiva. A
questo argomento mi riallaccerò più oltre, nelle conclusioni del
presente articolo, dopo aver tracciato (ved. paragrafo 5) un breve
profilo di quelle che, nei confronti delle tesi di Pasolini, furono le
posizioni dei linguisti.
5. Le critiche degli specialisti all’analisi pasoliniana
Verso Pasolini, in effetti, non mancarono neppure le critiche degli
specialisti, cioè dei linguisti di professione (i quali però avevano
generalmente ritenuto opportuno e utile il tentativo pasoliniano di
15 Si tratta del cosiddetto triangolo industriale Milano-Torino-Genova.
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