Milli mála - 05.07.2016, Blaðsíða 329
STEFANO ROSATTI
Milli mála 7/2015
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3. Mancanza o coerenza di temi?
Le opposte visioni di Contini e Guglielminetti
sui Frammenti lirici.
Com’è noto, dallo studio di Contini del 193711 prende avvio la risco-
perta e la riattualizzazione di Clemente Rebora dopo gli anni del “si-
lenzio” seguiti alla conversione del 1928, al periodo del suo noviziato
al Monte Calvario di Domodossola e infine alla presa degli ordini sa-
cerdotali nel 1936. Da quel saggio, tuttavia, parte della critica successi-
va è parsa attingere solo certi aspetti, quelli di volta in volta funzionali
a punti di vista specifici e particolari dell’analisi su Rebora, tralascian-
done altri piuttosto essenziali. Tralasciando, per esempio, il fatto che il
giudizio complessivo di Contini non è positivo: secondo lui, infatti, la
poesia di Rebora, per essere davvero grande, difetta di qualcosa.12
Contini, nella sua analisi, coglie in Rebora il “senso della insuffi-
cienza della rappresentazione e della riflessione alla comprensione del
reale” (Contini 1974: 4) e però anche “il riconoscimento che l’idea si
separa necessariamente dalla natura che ci trascende” (ibid.: 4), da cui
il rischio che i versi reboriani, considerati nel loro complesso, risultino
tacciabili di intellettualismo.13 Ma il responso critico di Contini non
verte tanto sull’intellettualismo, né sull’idealismo reboriano, bensì sul
fatto, quasi paradossale, che la poesia di Rebora non sia discernibile
dalla sua poetica. Mancano, cioè, secondo Contini, quelle “specifica-
zioni” che sono poi i “motivi” che caratterizzano, in definitiva, la poe-
sia, la poesia in generale. In Rebora questi motivi non sono presenti,
ci sono solo degli orientamenti. Anzi, c’è un solo, unico, generale o-
rientamento che non può essere scritto, poematizzato, per così dire,
poiché esso “è anzitutto vitale, perché è l’anima dell’uomo e la morale
[...] di un’epoca” (ibid.: 3). Per questo, la poesia di Rebora oltrepassa
11 Ci si riferisce a Due poeti degli anni vociani, che includeva, accanto a Rebora,
anche Dino Campana. Il saggio apparve per la prima volta nel Fascicolo 4 di «Let-
teratura» (ottobre 1937). Qui si cita da Esercizi di lettura (Contini 1999: 3-24).
12 Tra gli altri, anche Mussini, ad esempio, nella sezione Profilo reboriano della già
più volte citata edizione completa delle poesie del poeta milanese, definisce Con-
tini grande estimatore di Rebora (Mussini 1988: 564, n.18).
13 È probabile che qui Contini abbia in mente la critica che, a suo tempo, fece dei
Frammenti lirici Emilio Cecchi. Si trattò di una vera e propria stroncatura. A Cec-
chi, in particolare, non piacque, di Rebora, proprio il fatto di apparire “meccani-
camente sicuro del funzionamento della «Idea»”.