Milli mála - 05.07.2016, Blaðsíða 332
STUDIO SU CLEMENTE REBORA
Milli mála 7/2015
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Ed è un dato che invece non manca a Guglielminetti né, ovvia-
mente, alla critica ancora posteriore. Il limite riscontrabile in ogni let-
tura critica sistematizzante dei Frammenti lirici sta, però, proprio nello
spingersi troppo in là, nel voler individuare a tutti i costi (con quel de-
terminismo eccessivo a cui si accennava più sopra) un percorso filoso-
fico coerente, una sorta di Bildung sentimentale ed esistenziale del
poeta (nell’opera di esordio di Rebora, ad esempio, Guglielminetti di-
scerne persino una struttura “narrativa” a tutti gli effetti, che compren-
derebbe una condizione di blocco iniziale, uno sviluppo problematico
e uno scioglimento finale), con il risultato di forzare quella che è
l’effettiva e dichiarata frammentarietà dei componimenti e soprattutto
l’effettivo carattere della prima poesia reboriana, una poesia filosofica
sì, ma decisamente non organica né organizzata secondo percorsi fina-
listici.
4. Il mondo animato di Clemente Rebora:
la personificazione (con un apporto delle
neuroscienze cognitive).
La poesia di Rebora sfugge agli schematismi; in essa sembra essere in-
sita una sorta di refrattarietà a farsi circoscrivere in movimenti o cor-
renti. Fra i primi a tentare almeno di individuare un’ascendenza stori-
co-letteraria dell’opera del poeta milanese, fu, ancora, Gianfranco
Contini. Contini pone la lingua reboriana dei Frammenti e dei Canti
anonimi su un’ideale linea stilistica lombarda che, discendendo da Pa-
questo dato. Si noti però che Contini, a conclusione del suo studio critico, citan-
do per intero Dall’imagine tesa, ultimo componimento dei Canti anonimi, am-
monisce a non diffidare troppo della posizione retorica del componimento stes-
so, ravvisando come quella posizione d’attesa si ricongiunga a un tentativo, pre-
sente nel corpo stesso dei Canti anonimi, di realizzare un dominio del particola-
re. A Contini, allora, vanno ascritti altri due meriti. Primo: quello di aver colto
una differenza fondamentale tra i Frammenti lirici e i Canti anonimi, al di là del-
la diversità delle dimensioni “fisiche” delle due raccolte: differenza che consiste
essenzialmente nel fatto del “progredire” dell’autore verso zone poetiche più leg-
gibili, per la presenza, nella seconda opera, di specificità, e quindi di “motivi”,
assenti, o troppo lontani e indecifrabili, nella prima. Secondo: quello di aver in
qualche modo sospeso il giudizio definitivo sulla poesia reboriana (questa “so-
spensione” è chiaramente leggibile proprio nelle ultime righe dello studio conti-
niano), quasi preconizzando l’avvento, in Rebora, di una poesia religiosa a tutti
gli effetti, cioè sostenuta da religiosità “canonica” e quindi non più inficiata da
antagonismi in fondo irresolubili fra “bene” e “male”.