Milli mála - 05.07.2016, Blaðsíða 335
STEFANO ROSATTI
Milli mála 7/2015
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ro, si è rilevato che elementi di personificazione sono presenti in tutti
e settantadue i componimenti che costituiscono i Frammenti lirici. Per
“personificazione” si vuole intendere, qui, il termine nel senso più e-
steso possibile. Gli elementi che di volta in volta vengono sottoposti al
processo di personificazione, infatti, vengono creati dal poeta o per
mezzo di invocazioni (apostrofi) a entità fisiche inanimate,22 a stagioni
e/o fenomeni naturali,23 o mettendo in associazione entità, immagini o
fenomeni generalmente appartenenti al campo del non-umano (ma
non, necessariamente, a quello dell’“astratto”), con verbi, sintagmi
predicativi, o aggettivi, invece, strettamente pertinenti con l’agire, o
con le qualità, degli esseri animati (umani o animali, il che comunque
non cambia, sostanzialmente, il dilatarsi stilistico delle figure reboria-
ne, con l’ininterrotto, anche ridondante animarsi di parti di universo
che normalmente dovrebbero comportarsi da non-agenti, da, per così
dire, semplicemente “essenti”).24 Riprendendo l’analisi di Bandini, è
22 Alcuni esempi: “Sortilegio del tempo / Al nuovo altar delle genti, o città / Che
mescoli un mondo” (V, 20-22); “Dentro il meriggio stanno alberi e scogli / ... /
Sopra le vette. E tu, aria, ne accogli / limpidamente la forma sonora” (IX, 1 e 3);
“Ohimè, luce, ove sei?” (X, 38); “O carro vuoto sul binario morto” (XI, 1); “Col
moto egual delle tue genti, o valle” (XXIII, 1); “Tu, mano aperta che inseguivi il
mondo” (XXI, 15); “Vien qua tu, poesia maledetta, / A veder la bellezza / A pro-
var la bontà” (XXXIX, 19-21); “A che ne serbi, o vitale malia, / Se dal tuo amore
ci dilunghi e attrai / In un sol punto? A che tu, poesia, / Se dentro animi il mon-
do e fuor non sai?” (XLIII, 29-32); “O annidate trecce fonde” (LIV, 9); “Ma in voi
alberi appena, / Dall’ascension dei tronchi / Al volo adorante dei rami /
L’indicibil fervor ha sentimento” (LXIII, 10-13).
23 Alcuni esempi: “O pioggia dei cieli distrutti” (XIV, 1); “Forse altrove sei bella, o
primavera: non qui / ... / In cima al sentimento i vani sogni: / Non certo i vostri,
o primavera sciocca, / O lasciva città senza amore!” (XXI, 7, 23-25); “E tu, barba-
glio sull’anima cieca, / E tu, pioggia che fili giù bieca!” (XLV, 45-46); “Anche tu,
immortal natura, / Perdesti oggi l’ineffabile / Saggezza: lode a Satana! / Ma dopo?
Uguale a te, / Non a me, tornerà il tempo” (XLVI, 4-8); “O pioggia feroce che lavi
ai selciati / Lordure e menzogne” (LXIX, 1-2).
24 Alcuni esempi: “L’idea s’annida agli svolti / E, sbottando, paura mi fa” (VIII, 20-
21); “Ma il sol maschio sfuriava / Sulla terra supina / Nel grande amplesso caldo”
(XVII, 8-10); “E qui le vigne foggiano ricami / ... / l’ombra procede con liscio
fermento: / E il plenilunio in luce sembra berla” (XXVI, 5, 11-12); “Il sol schioc-
cando si spampana / ... / Lo spazio zonzando scintilla / ... / Dove natura riposa
tranquilla / ... / Salve, o ver di tutti i giorni!” (XXVIII, 2, 8, 10, 20); “Dentro il ba-
gnato alitare dell’aria” (XLIV, 3); “Ai polmoni il respiro / Un balsamo sembra”
(LX, 13-14); “Le nubi / Mèditano saette e luce” (LXI, 16-17); “Lo spazio poroso e
assetato / Da cieli e da terre ribeve / Istantaneo e insaziato / ... / Notte succhiata
dal cuor dei tramonti, / Goccia indistinta nel grido del mare” (LXII, 1-3, 15-16);
“Sciama nel vasto orizzonte, / La ghiotta luce felice” (LXVI, 5-6); “Vergine il sole,
assorto / Per gl’ineffabili fulgori / Della sua traccia preferita, va. / Al saettar del