Milli mála - 05.07.2016, Page 279
VA BENE E VA BE’ NELLA SEQUENZA CONCLUSIVA – TRA SEGNALE DI RISPOSTA E SEGNALE DI
PRECHIUSURA
Milli mála 7/2015
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12. A: sì meno male va’ è uscita?
B: sì sì
A: eh me la saluti tu?
B: va bene
A: ciao un bacio
B: ciao XYZ buona giornata salutami tutti
A: ciao ciao
B: ciao ciao
A: ciao
(LIP NB 27)
In realtà, l’uso di okay o sì non sembrerebbe naturale in questi conte-
sti. Avrebbero avuto (sì ancora più di okay) un’interpretazione meno
cortese, meno accondiscendente verso l’interlocutore. Per quanto ri-
guarda frasi come queste di sopra, tipiche per la sequenza conclusiva,
è usato più frequentemente va bene come risposta, che possibilmente
ha anche un valore sociale e interazionale. Altri possibili segnali di ri-
sposta, più entusiastici di sì e okay, sono certo e ci mancherebbe. Pe-
rò, se fossero stati usati per esempio ok, certo o ci mancherebbe, non
sarebbe stato espresso lo stesso valore conclusivo che è trasmesso da
va bene, e sembra meno probabile che si possa concludere immedia-
tamente con ciao. Forse se fosse stato usato un okay, per esempio, ci
sarebbe voluto un va bene lo stesso prima di passare ai saluti finali.
Negli esempi 11) e 12) è già chiaro che sta per arrivare la chiusura
della conversazione, però va bene segnala che si è pronti a concludere
definitivamente, con i saluti finali. McCarthy discute le differenze tra
vari segnali nel suo studio; la maggior parte delle forme occorrono in
enunciati in cui yes o no sarebbero bastati benissimo (avrebbero fun-
zionato come riconoscimenti adeguati di comprensione, accordo, e
chiusura, per esempio), ma avrebbero avuto implicazioni interazionali
diverse47.
Abbiamo visto che va be’ è meno frequente nelle sequenze con-
clusive come segnale di risposta, e che occorre spesso in contesti con-
versazionali negativi, o almeno in contesti in cui c’è qualche tipo di
47 McCarthy, “Talking Back: ‘Small’ Interactional Response Tokens in Everyday
Conversation”, pp. 40-41.