Milli mála - 05.07.2016, Side 326
STUDIO SU CLEMENTE REBORA
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tembre 1936 è ordinato sacerdote a Domodossola. Dopo lunga malat-
tia, muore a Stresa, nel Collegio Rosmini, il primo novembre 1957.
La prima opera in versi di Clemente Rebora è del 1913, quando per le
edizioni della «Voce» esce la raccolta Frammenti lirici; l’ultima è del
1956, l’anno dei Canti dell’infermità.4 Prima della morte del poeta-
sacerdote, tra i Frammenti lirici e i Canti dell’infermità, di Rebora
vengono pubblicate altre tre opere poetiche: i nove componimenti che
vanno a formare i Canti anonimi del 1922; l’edizione delle Poesie, cu-
rata nel 1947 dal fratello Piero, che insieme alle vecchie poesie già u-
scite in volume raccoglie altri inediti sparsi e anche un primo nucleo
di poesie religiose; il Curriculum vitae, composto nell’estate del 1955
(pochi mesi prima dei Canti dell’infermità) e vincitore del premio
“Cittadella” nel 1956. L’edizione delle opere poetiche di Clemente Re-
bora cui si fa riferimento in questo studio è quella curata da Gianni
Mussini e Vanni Scheiwiller (Rebora 2008).5
Una parte della critica tende ancora oggi a inquadrare biografia e
opera reboriane secondo uno sviluppo di carattere sapienziale, su un
modello di tipo quasi agostiniano, che inizia con i tormenti e le in-
quietudini dell’età giovanile, prosegue con la dimensione etica delle
riflessioni e dell’attività apostolico-sociale dell’età più matura e infine,
tramite la conversione al cattolicesimo e un intenso apprendistato spi-
rituale, approda alla dimensione salvifica con la scelta definitiva di una
vita totalmente dedicata al divino.6
4 I Canti dell’infermità, più che scritti, furono dettati da Rebora a Enzo Viola, il
confratello che lo assistette durante la malattia che negli ultimi anni della sua vita
lo costrinse a letto, semiparalizzato.
5 Clemente Rebora. Le poesie (1913 – 1957), a cura di Gianni Mussini e Vanni
Scheiwiller, Garzanti, Milano, 2008. L’edizione è divisa in cinque sezioni: Fram-
menti lirici (1913), Canti anonimi (1922), Poesie sparse e prose liriche (1913 –
1927), Poesie religiose (1936 – 1947), Canti dell’infermità (ottobre 1955 – dicem-
bre 1956). I curatori hanno poi scelto di inserire nella quinta sezione (Canti
dell’infermità) altri tre gruppi compositivi, il Curriculum vitae (estate 1955), le
Poesie sparse (1930 – 1957), successive alla conversione religiosa di Rebora, e
l’Appendice, che comprende testi giovanili (anche anteriori a quelli dei Fram-
menti lirici), varianti testuali e versi direttamente o indirettamente rifiutati
dall’autore.
6 Senza dubbio, anche certi passi dell’epistolario e dell’opera reboriana hanno con-
tribuito non poco ad alimentare possibili raffronti tra la prokopé del poeta mila-
nese e quella di Sant’Agostino. Così, ad esempio, nelle Confessioni (I, IV), il Pa-
dre, Dottore e Santo della Chiesa cattolica: “Fin dalla mia più tenera infanzia, io
avevo succhiato col latte di mia madre il nome del mio Salvatore, Tuo Figlio; lo