Milli mála - 05.07.2016, Page 327
STEFANO ROSATTI
Milli mála 7/2015
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L’interesse della critica verso Clemente Rebora, oltre che assai vi-
vo, va oggi di pari passo con un sempre più frequente approccio
all’opera reboriana nel suo complesso, cioè anche a quegli aspetti non
solo relativi alla sua attività poetica.7 Testimoni di questa tendenza so-
no i convegni tenuti su di lui: soprattutto quelli di Rovereto (ottobre
1991) e di Milano (ottobre 2007). Il convegno roveretano è fondamen-
tale perché il primo in assoluto sull’artista e perché le ricerche dei par-
tecipanti hanno messo a disposizione degli studiosi e del pubblico
preziosi documenti inediti e dati biografici e storici di grandissima im-
portanza per meglio comprendere, o almeno inquadrare, il percorso
intellettuale e umano compiuto dal poeta a partire da molti anni prima
della sua opera d’esordio.8 Il convegno milanese, organizzato nel cin-
conservai nei recessi del mio cuore”; e così Rebora, nel Diario intimo: “mamma
mi ha detto più volte che la mia indole e tendenza mistica mi veniva certo dal
latte della mia balia, che era una piissima contadina della nostra Lombardia” (Re-
bora 2006: 40).
7 Questi aspetti riguardano la prosa (essenzialmente il vastissimo epistolario, cono-
sciuto solo dopo la morte di Rebora e raccolto e pubblicato in due volumi da
Margherita Marchione, nel 1976 e nel 1982 e poi, nel 2004, da Carmelo Giovan-
nini); la saggistica (Rebora pubblicò scritti su Leopardi, Romagnosi, Gogol, un
commento alla novella di ambito yoga-teosofico Gianardana, uno studio sulla
letteratura italiana e la fede); le traduzioni letterarie da lingue straniere (Andreev,
Tolstoj e Gogol’ dal russo; Gianardana dall’inglese). Tra gli studi che si sono oc-
cupati dell’attività extra-poetica di Rebora, si veda, ad esempio, il lavoro di Sergio
Leone, Note sulla traduzione reboriana del «Cappotto» di Gogol’ (Leone 1993: 325-
340); quello di Giuseppe Ghini, Rebora e Andreev (Ghini 1993: 341-358); quello
di Maura Del Serra, L’anello di Saturno: l’Oriente dell’anima nel Rebora degli an-
ni Venti (Del Serra 1993: 359-368). La traduzione di Gianardana è riportata inte-
gralmente sia nel volume curato da Margherita Marchione (Rebora: 1982), sia in
quello a cura di Carmelo Giovannini (Rebora: 1994). Quest’ultimo, oltre ad altri
scritti di Rebora, riporta anche il saggio Per un Leopardi mal noto e un estratto di
G.D. Romagnosi nel pensiero del Risorgimento (ovvero la tesina e la tesi di laurea
di Rebora, pubblicate entrambe su «Rivista d’Italia», rispettivamente nel 1910 e nel
1911).
8 Si veda, ad esempio, il saggio di Renata Lollo L’infanzia nella poesia di Clemente
Rebora (Lollo 2008: 15-40), che attraverso un’acuta analisi soprattutto
dell’epistolario di Clemente, ne ricostruisce la storia famigliare, mentre da inediti
documenti di famiglia traccia un profilo della personalità del padre e della madre
del poeta, figure che nella loro rispettiva diversità ebbero un ruolo influente,
com’è ovvio, sull’indole di Clemente, ma anche sulla sua poesia, e non solo quel-
la giovanile. Si veda inoltre lo studio di Pier Giorgio Longo «Una storia persona-
le». Adelaide Coari e Clemente Rebora fino alla conversione (Longo 2008: 41-78).
Coadiuvato anch’esso da documenti inediti, il saggio rivela i rapporti che, fin dal
1904, Rebora ebbe con il movimento femminista cattolico milanese (rapporti che
segnarono anche i prodromi del suo impegno come insegnante e pedagogo) e
soprattutto segue il percorso di Rebora dagli anni del cosiddetto “silenzio”, cioè
quelli successivi al 1922, fino alle soglie della conversione, dando conto del suo