Milli mála - 05.07.2016, Blaðsíða 333
STEFANO ROSATTI
Milli mála 7/2015
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rini – non solo in quanto a ricercatezza lessicale tipica di certa tradi-
zione lombarda, ma anche come afflato morale – e passando attraver-
so Manzoni e Dossi, sarebbe poi confluita in Gadda. Secondo Contini,
lo stile di Rebora è tipicamente lombardo nel modo in cui, ad esem-
pio, predilige il verbo (e quindi la rappresentazione dell’azione) al so-
stantivo (e quindi alla descrizione, alla nomenclatura), al contrario di
ciò che avviene nello stilismo, o purismo, toscano (Contini 1974: 7).
Bandini, nel 1966, in sintonia con la linea continiana, approfondisce
l’analisi e definisce il verbo reboriano “fisicamente concreto [...], appli-
cato [...] a nozioni astratte, che deroga dai normali contesti in cui di
solito questi verbi vengono inseriti.” (Bandini 1966: 8). Più precisa-
mente, la novità della poesia di Rebora, secondo Bandini, è
l’applicazione analogica delle forme verbali anche a fatti della vita mo-
rale (quali l’ozio, i piaceri, la noia, l’ebbrezza, l’amore, il presente),
che con Rebora assumono una forza e un vigore inediti e da Rebora
in poi escono dalla sfera terminologica del “romantico”. Bandini, a ti-
tolo di esempio, cita, dai Frammenti lirici, versi come “rumina l’ozio
e aduna i suoi cocci /... / e stanco infogna giù piaceri e sonni” (V, 17
e 19); “il minuto... s’ingorga” (VIII, 30-31); “ciel che balzàno... contro
la noia sguinzaglia l’eterno” (XI, 20); “mentre s’incava respinta
l’ebbrezza” (XIV, 16)18 e così via (ibid.: 8). Anche l’aggettivo, in Rebo-
ra, assume una valenza particolarmente nuova, e anche in questo caso
in chiave analogica, ovvero attraverso quell’accostamento di astratto e
concreto che, sempre secondo Bandini, è una delle costanti della lin-
gua reboriana: “pigro scorno” (VI, 14), “abitudini sonnolente” (X, 30),
“soffici fastidi” (XII, 22), “smanie ben pasciute” (XXVIII, 16) sono solo
alcuni degli esempi di aggettivazione analogica riportati da Bandini (i-
bid.: 9). Il quale rileva, sempre per quanto concerne l’aggettivo, la
grande frequenza, in Rebora, di costrutti anomali, ad esempio con
coppie di aggettivi che “racchiudono” fra loro il sostantivo, facendogli
da cornice (già definiti da Contini “aggettivi divaricati”). Come nelle
espressioni, per citare ancora dai Frammenti lirici, “sciorinati giorni
dispersi” (VI, 1), “chiuse forze inespresse” (XI, 17), “alta vertigine az-
zurra” (XVII, 4) e così via.19 Altro elemento reboriano posto in eviden-
18 I corsivi sono nostri.
19 Bandini individua ben diciotto costrutti di questo tipo.