Milli mála - 01.01.2011, Side 124
124
3. Calvino e la saggistica
Numerose, dunque, sono le attività che si interpongono all’appro-
fondimento degli studi universitari di Calvino. In un famoso arti-
colo del 198138, poi raccolto da Esther Calvino insieme ad altri
articoli e saggi nel volume intitolato Perché leggere i classici, Calvino
si esprime con queste parole:
La lettura d’un classico deve darci qualche sorpresa, in rapporto all’imma-
gine che ne avevamo. Per questo non si raccomanderà mai abbastanza la
lettura diretta dei testi originali scansando il più possibile bibliografia
critica, commenti, interpretazioni. La scuola e l’università dovrebbero
servire a far capire che nessun libro che parla d’un libro dice più del libro
in questione; invece fanno di tutto per far credere il contrario. C’è un ca-
povolgimento di valori molto diffuso per cui l’introduzione, l’apparato
critico, la bibliografia vengono usati come cortina fumogena per nascon-
dere quel che il testo ha da dire e che può dire solo se lo si lascia parlare
senza intermediari che pretendano di saperne più di lui.39
Si tratta di un atteggiamento verso la letteratura (prosa e poesia) che
Calvino riproporrà, pur se in modo meno diretto, anche nelle Lezioni
americane, come si vedrà, e che merita una certa attenzione. È vero
che i grandi capolavori della narrativa possono generalmente essere
avvicinati da chiunque e che chiunque può trarre piacere e anche
“sorpresa” nel leggerli ed è quasi tautologico dire che un testo va
principalmente letto. Ma l’idea che commenti, interpretazioni e
bibliografia critica siano strumenti da cui il lettore debba “scansar-
si il più possibile” può essere fuorviante. La Commedia di Dante
(anche se non è inserita da Calvino fra i suoi “classici”), per esempio,
non avrebbe potuto mai, in nessuna epoca, nemmeno venti, nem-
meno dieci anni dopo che Dante aveva terminato di scriverla, essere
letta senza quegli strumenti. A maggior ragione oggi, quando set-
tecento anni ci separano da quell’organizzazione del mondo, inclusa
la sua sensibilità estetica ed artistica, gli strumenti interpretativi
sono necessari per qualsiasi lettore che della Commedia voglia capire
38 Italo Calvino, “Italiani, vi esorto ai classici”, in L’Espresso, 28 giugno 1981, pp. 58–68.
39 Italo Calvino, Perché leggere i classici, Milano: Mondadori, 1995, p. 39.
UNO STUDIO CRITICO SULLE LEZIONI AMERICANE DI CALVINO