Milli mála - 01.01.2011, Side 135
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L’affermazione di Flaubert, «Le bon Dieu est dans le détail», la spiegherei
[il corsivo è mio] alla luce della filosofia di Giordano Bruno, grande co-
smologo visionario, che vede l’universo infinito e composto di mondi in-
numerevoli, ma non può dirlo «totalmente infinito» perché ciascuno di
questi mondi è finito; mentre «totalmente finito» è Dio «perché tutto lui
è in tutto il mondo, ed in ciascuna sua parte infinitamente e total-
mente».73
Questa argomentazione si apre e si chiude in poche righe perché di
fatto non ha nient’altro o di più da dire. Flaubert parla dello stile del
romanzo e Giordano Bruno del cosmo. È assai probabile che Flaubert
non pensasse per nulla a Bruno, potrebbe persino essere che Flaubert
non l’avesse mai letto. Ma, come sostiene Giunta, “Non importa: si
possono dire le stesse cose dette da un altro, con altre parole, anche
ignorandolo. Ma qui non sono soltanto le parole a essere diverse, è il
concetto: l’analogia tra la frase «Il buon Dio è nel dettaglio» e la
cosmologia di Bruno è del tutto inconsistente.”74
Anche Asor Rosa, d’altra parte, a proposito della lezione sulla
Molteplicità e dell’enunciazione di Calvino della propria idea di “ro-
manzo contemporaneo come enciclopedia, come metodo di cono-
scenza, e soprattutto come rete di connessione tra i fatti, tra le
persone, tra le cose del mondo”,75 non può fare a meno di riconosce-
re che “L’elenco degli autori possibili in questo quadro – Gadda,
Musil, Proust, Flaubert, Valéry, Borges, Perec …, – invece di chia-
rire tale enunciazione, la rende più confusa e approssimativa, acco-
stando uno all’altro testi abissalmente distanti.”76
Nell’ultima lezione, quella sulla Molteplicità, si trova la seguente
affermazione, in cui, all’imprecisione storica, si affianca la connes-
sione di elementi eterogenei che in realtà non hanno un nesso signi-
ficativo tra loro e che Calvino mette in relazione, più che su base
“dimostrativa”, unicamente su base retorico-verbale: “Prima ancora
che la scienza avesse ufficialmente riconosciuto il principio che l’os-
servazione interviene a modificare in qualche modo il fenomeno
73 Italo Calvino, Lezioni americane, p. 68.
74 Claudio Giunta, Le «Lezioni americane» di Calvino, p. 654.
75 Italo Calvino, Lezioni americane, p. 103.
76 Alberto Asor Rosa, «Lezioni americane» di Italo Calvino, p. 30.
STEFANO ROSATTI