Milli mála - 01.01.2011, Qupperneq 125
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almeno una minima parte, ovvero il “puro e semplice” testo. Si
potrebbe obiettare che la Commedia rappresenta un caso limite,
ovvero uno dei pochissimi casi della letteratura occidentale in cui
almeno il commento e le note sono imprescindibili, pena la non
comprensibilità del testo, e almeno un approfondito aggiornamento
interpretativo è necessario, se non si vuole rischiare di fraintendere
l’estetica del testo stesso. L’obiezione sarebbe senz’altro ragionevole,
ma tra il caso limite rappresentato dalla Commedia e il caso limite
rappresentato da ciò che sostiene Calvino – quando raccomanda al
lettore di evitare bibliografie critiche, commenti, interpretazioni –
il mondo della letteratura, o almeno quello dei grandi capolavori
letterari, è pieno di casi intermedi.
Può darsi che le parole di Calvino intendano polemizzare con il
gergo del mondo accademico, in anni in cui tale gergo è particolar-
mente in voga e particolarmente elitario, per non dire incompren-
sibile.40 Tuttavia, soprattutto come romanziere postmoderno (Se una
notte d’inverno un viaggiatore è del 1979), Calvino conosce l’importan-
za dell’intertestualità e della metatestualità del testo poetico e nar-
rativo (che esistono da sempre, ma che il postmodernismo ha eleva-
to a norma, anzi, di più, a base fondante della propria poetica); sa
che, per far apprezzare molto più pienamente un testo, questi ele-
menti si possono cogliere solo attraverso un bagaglio culturale e di
erudizione superiore a quello del “lettore medio”, oppure attraverso
il ricorso (una volta di più) a note, commenti, interpretazioni, fonti
bibliografiche.
Come già accennato, il dibattito sul ruolo dell’intellettuale e
sulla funzione della letteratura segnerà in modo definitivo la perso-
nalità intellettuale e artistica di Calvino, che in un’intervista a
Maria Corti (pubblicata postuma) racconta: “All’epoca in cui ho
cominciato a pormi il problema di come scrivere, cioè nei primi
anni Quaranta, c’era un’idea di morale che doveva dar forma allo
stile, e questo è forse ciò che più mi è rimasto, di quel clima della
letteratura italiana d’allora, attraverso tutta la distanza che ci
40 Sul gergo accademico americano degli ultimi decenni, si vedano le osservazioni di Christopher
Lasch in The Revolt of the Elites and the Betrayal of Democracy, New York & London: W.W. Norton
& Company, 1995 (Edizione italiana: La ribellione delle élite. Il tradimento della democrazia, Milano:
Feltrinelli, 1995, trad. di Carlo Oliva); su quello italiano, si veda Claudio Giunta, L’assedio del
presente. Sulla rivoluzione culturale in corso, Bologna: Il Mulino, 2008.
STEFANO ROSATTI