Milli mála - 01.01.2011, Síða 126
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separa.”41 Dopo anni di militanza intellettuale, politica e sindacale,
Calvino, in seguito ai fatti di Varsavia e Budapest (1956), decide di
uscire dal Partito Comunista Italiano (1957), di cui era attivista fin
dal 1945. Da quel momento in poi nasce in lui una certa insofferen-
za (che ricorrerà con frequenza, come si vedrà) al dibattito: “Così
nell’interno di questo mondo della sinistra italiana che è il mio ha-
bitat naturale vengo a trovarmi in una condizione di isolamento, di
«non appartenenza» politica che non farà che accentuarsi con gli
anni e incoraggerà la mia tendenza naturale a starmene zitto, quan-
to più sento l’inflazione di parole e discorsi.”42 Questa “tendenza
naturale” al silenzio, nata in ambito politico, si trasmette ben presto
anche al parlare e al sentir parlare di letteratura, quasi che i dibat-
titi di quegli anni, le discordie, le spaccature abbiano provocato in
Calvino una forma, molto consapevole del resto, di “rigetto” anche
per la questione letteraria. Tale insofferenza si manifesta con parole
inequivocabili nel 1964, quando lo scrittore – a quell’epoca già af-
fermato – nella prefazione all’edizione Einaudi de Il sentiero dei nidi
di ragno, si esprime in questi termini: “Come è facile, parlando di
letteratura, anche nel mezzo del discorso più serio, più fondato sui
fatti, passar inavvertitamente a contar storie. Per questo, i discorsi
sulla letteratura mi danno sempre più fastidio, quelli degli altri
come i miei”.43 In un articolo uscito sul quotidiano Paese Sera il 9
aprile 1965 (poi compreso nella raccolta di saggi Una pietra sopra),
Calvino conferma la propria riluttanza a discutere di letteratura, nel
caso specifico di romanzi: “Degli innumerevoli dibattiti sul roman-
zo succedutisi negli ultimi vent’anni pochi sono riuscito a schivar-
ne, e innumerevoli volte ho dato fiato anch’io alle trombe unendomi
al concerto d’affermazioni generiche, di precetti operanti solo nel
regno delle intenzioni, di previsioni campate in aria: cosicché spe-
ravo giunta l’ora di poter stare un po’ zitto.”44 Nella chiusa dello
stesso articolo, Calvino afferma esplicitamente che “Il rumoroso
41 Italo Calvino, Eremita a Parigi, p. 208.
42 Ibid, p. 194.
43 Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, Torino: Einaudi, 1964, p. 12. In Romano Luperini, Pietro
Cataldi, Lidia Marchiani, Franco Marchese, La Scrittura e l’interpretazione, Storia e antologia della
letteratura italiana nel quadro della civiltà europea, Firenze: Palumbo & C., 2001, vol. 3, tomo III, p.
67.
44 Una pietra sopra, Milano: Mondadori, 2001, p. 138.
UNO STUDIO CRITICO SULLE LEZIONI AMERICANE DI CALVINO