Milli mála - 01.01.2011, Qupperneq 141
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Proverò a dire le ragioni che m’inducono a dare questo giudizio, o meglio
a motivare questa mia sensazione, poiché non pretendo di definire
giudizio il sentimento di pienezza estetica, leggerezza, rapidità, esattezza,
visibilità, molteplicità, e insomma poesia, che ha ricavato da quelle
pagine un lettore non professionale quale io sono […] tutte le pagine che
Calvino ha scritto a partire dalla sua opera prima […] qui, in queste
lezioni, raggiungono appunto una compiutezza e un dominio formale non
eguagliati da nessuna delle altre.96
Ed ecco Alberto Asor Rosa: “Calvino, sulla soglia dell’ultima espe-
rienza, rivela dietro l’aerea e mutevole grazia del suo acrobatico
gioco stilistico e del suo sperimentalismo senza fine, questo solido,
inconfutabile fondo classico”97; e ancora:
Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità e … Consistenza
sono dunque le forme di una geografia della difesa, dell’esserci qui ed ora
in atteggiamento vigile e preordinato. Ma la loro trama si stacca
dall’opacità biologica solo perché colui che la intesse sa di non essere
niente di più di uno spericolato funambolo che collega fili su di un vuoto
sterminato: un fragile ponte di fortuna gettato sul vuoto.98
Ora, l’enfasi retorica di Scalfari e Asor Rosa è certo dettata anche
dall’emotività e il quotidiano è uno dei luoghi in cui è del tutto
lecito cercare di colpire l’attenzione del pubblico dei lettori, per
attirarli alla lettura del volume che si recensisce. Scalfari, peraltro,
ha l’accortezza, nel descrivere il “sentimento di pienezza estetica” da
lui ricavato nel leggere le Lezioni americane, di definirsi un “lettore
non professionale”, così legittimando, in qualche modo, anche la
propria enfasi, di cui egli è consapevole. Ma è così che le Lezioni
americane, in effetti, hanno finito per colpire, come è capitato al
lettore “non professionale” Eugenio Scalfari, moltissimi altri non
professionisti della letteratura, dando origine a una vastissima e
trasversale retorica dell’ispirazione praticamente in ogni campo,
96 Ibid, p. 30.
97 Alberto Asor Rosa, “Se un albero parlasse a primavera”, La Repubblica, 2 agosto 1988, p. 30.
98 Ibid, p. 30.
STEFANO ROSATTI